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Samaritani con la coda

Samaritani con la coda

storie vere di cani di montagna

Brossura editoriale, formato cm 12x19,5
pp 156 con inserto fotografico a colori
ISBN 978-88-8068-282-0
Disponibile in libreria

 

Recensioni

  • L’Eco di Bergamo

    SALVÒ I RIFUGISTI, IL CANE PACO FINISCE IN UN LIBRO«
    Samaritani con la coda» raccoglie storie esemplaridei fedeli segugi del soccorso alpino
    Pino Capellini

    Paco, il generoso cane pastore bergamasco che quindici anni fa salvò i rifugisti dell’Albani travolti sopra Colere in Presolana da una slavina, è entrato nella storia esemplare dei cani del soccorso alpino italiano. Ma, a differenza dei ben più celebri San Bernardo o degli splendidi pastori tedeschi che vengono addestrati alla ricerca di persone sepolte dalle valanghe o disperse in montagna, Paco quel giorno fece tutto da sé. Scavò disperatamente nella neve quando si rese conto che erano in pericolo, spinto non solo dall’istinto ma anche dall’affetto per i suoi adorati proprietari, che non abbandonava mai un istante.
    Sono i «samaritani con la coda». Così li hanno chiamati Laura Guardini e Roberto Serafin autori - la prima giornalista del Corriere della Sera, il secondo redattore, anima e factotum, de Lo Scarpone, il notiziario mensile del Cai nazionale - nel libro Samaritani con la coda Storie vere di cani di montagna», dato alle stampe da Priuli & Verlucca Editori sul finire del 2005. Un agile volumetto - 150 pagine - di facile lettura, dedicato ai «samaritani» a quattro zampe che in qualsiasi condizione di tempo, d’inverno o d’estate, danno il meglio di sé per portare aiuto a sciatori ed escursionisti in pericolo sulle montagne. Ma gli straordinari salvataggi portati a termine da questi cani non sono tutti frutto dell’addestramento cui vengono sottoposti; a volte persone travolte dalla valanga e bambini o anziani dispersi devono la loro salvezza a un istinto innato. Addestramento a parte, infatti, c’è proprio da chiedersi che cosa spinga questi animali - non importa se un fiero lupo tedesco o un esemplare di razza molto meno nobile - quando addirittura non si tratta di un bastardino, a cercare e a individuare chi è in difficoltà, salvandolo spesso dalla morte certa.
    Uno degli episodi più noti è quello del cane pastore bergamasco Paco, divenuto «samaritano » sul campo il 10 febbraio 1991, un giorno con tanta neve e tempo brutto. Renzo e Luciana Carrara, che allora gestivano il rifugio Albani, in allarme per una slavina che ha investito una comitiva, decidono di scendere verso Colere per unirsi ai soccorritori. Li segue il loro inseparabile Paco. Entrambi a un certo punto vengono travolti da un’altra slavina. Nessuno sa cos’è accaduto e dove si trovino. Per fortuna c’è Paco. Il cane incomincia a scavare, consentendo a Renzo di riuscire a riempirsi i polmoni di ossigeno. È la vita. E mentre il rifugista cerca di aprirsi un varco, grazie a Paco anche il viso di Luciana è libero e la donna può finalmente tornare a respirare. Per i due rifugisti la terribile avventura nelle trappola bianca dura otto ore. Alla fine i due, scampati alla morsa di neve e di ghiaccio, riescono a trascinarsi a valle, sempre seguiti dal fedele cane, che sembra impazzire dalla gioia. Paco, premiato, coccolato, divenuto quasi un divo, è morto due anni fa. Renzo ha voluto seppellirlo personalmente. «Nei nostri boschi», spiega asciutto.
    Un’altra incredibile storia è quella di Zacho, primo classificato alla Scuola nazionale di Solda per unità cinofile da valanga. La mattina dell’11 marzo 1972, a due chilometri da Macugnaga, Margaret Randolph Laidlaw, canadese, viene travolta da una serie di ondate successive di neve. La ricerca inizia subito. Entrano in azione decine di soccorritori con le sonde e anche un cane da valanga, ma senza risultato. Quando Zacho, portato sul posto dal suo conduttore, Alberto Borgna, dopo un difficile viaggio di ben trecento chilometri, incomincia a cercare, è trascorso ormai un giorno e mezzo. Le speranze di ritrovare ancora in vita la donna sono ormai ridotte a zero. Nonostante il terreno sconnesso, le tante piste, gli odori ingannevoli portati da quanti si sono avvicendati nelle ricerche, dopo un po’ il magnifico cane va a colpo sicuro. Si ferma, fiuta, incomincia a scavare freneticamente. Margaret Laidlaw è là: a un metro di profondità ecco la giacca a vento rossa, una ciocca di capelli. È ancora viva, dopo avere trascorso quasi 44 ore sepolta nella neve. Un caso di sopravvivenza unico. Ma se non ci fossero stati Zacho e il suo espertissimo conduttore...
    In «Samaritani con la coda» c’è posto per un altro incredibile cane, o meglio una cagnetta di nome Tschingel, protagonista, anziché di salvataggi, di «scalate estreme su percorsi inviolati». Proprio così: scalate estreme, perché nella fedeltà al suo celeberrimo padrone, il reverendo William August Brevoort Coolidge, uno dei padri dell’alpinismo mondiale, lo seguì in moltissime ascensioni. A questa bastardina acquistata in un alpeggio e alla cui morte nel 1879 venne pubblicato un necrologio sul prestigioso «The Alpine Journal», è addirittura dedicato un monte - lo Tschingel appunto, di 2.824 metri - nell’Oberland, sul quale salì nel settembre del 1865. Con Coolidge la piccola Tschingel si spinse su decine e decine di cime, tra le quali il Monte Rosa, l’Eiger e il Monte Bianco. E procedeva tanto speditamente sui ghiacciai della vetta d’Europa, che chi dal basso seguiva l’ascensione con il telescopio la scambiò per un camoscio. Ma era solo un piccolo cane. O meglio fedele e coraggiosissimo «samaritano con la coda», che per salvare il suo padrone avrebbe senza esitazioni, donato la sua vita.


  • IL SECOLO XIX

    STORIE DI CANI CAPACI DI SALVARE UMANI IN MONTAGNA
    Donata Bonometti

    In piena stagione di neve, vale la pena portarsi nello zaino un libro che può essere un viatico. «Samaritani con la coda, storie vere di cani da montagna». Sottotitolo, di un disegno di copertina con un Sanbernardo e una bimbetta svenuta a cavalcioni, “Hakuna aveva trovato le scarpettine... poi il vestitino”. Hakuna, Fedor, Bullet e ancora Lio, Ulla, Peter, Robby gli eroi. Non tutti per caso. Infatti alcuni di loro sono forniti di pedegree avendo seguito i corsi per unità cinofile del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico o della Guardia di Finanza, quindi cani da valanga. Altri, come Paco, diventa samaritano sul campo per strappare alla morte bianca, all’insaputa di tutti, l’uomo e la donna cui ha dedicato la vita. E in poco tempo diventa un divo di giornali e televisione. Storie in cui si evidenzia, emergenza a parte, come fra l’amico dell’uomo e la montagna possa scaturire un’alleanza, perché gli autori raccontano anche di meticci che di propria iniziativa affrontano difficoltà in grado di scoraggiare qualsiasi escursionista. Cani entrati nella leggenda come Tschingel la cagnetta che nell’Ottocento era l’immancabile compagna di cordata del reverendo inglese William August Coolidge o il bizzarro Congedo che seguiva come un’ombra i congedanti della scuola militare alpina di Aosta evitando accuratamente le reclute. Chissà perché... O infine l’invincibile Berry, capostipite di tutti i Sanbernardo, vittima della sua stessa generosità, dopo aver strappato alla montagna quaranta viandanti.
    Gli autori Laura Guardini, giornalista del Corriere della Sera, trentina di origine, esperta di temi ambientali montani e di turismo alpino e Roberto Serafin giornalista milanese che cura il notiziario del Cai Lo Scarpone, hanno scritto a quattro mani questo delizioso libretto edito da Priuli & Verlucca che concilia molte passioni condivise: la montagna, gli animali, la sfida, l’amicizia. Gli autori precisano: «il cane psicopompo, in greco conduttore di anime, come Ermes, l’egizio Anubis, e ancora Cerbero, Ecate, sono guide verso il mondo dei morti. Questi qui no, quelli di cui vi raccontiamo sono l’esatto contrario: quattrozampe che hanno fatto di tutto per strappare donne e uomini alla morte. Psicopompi alla rovescia...». Come Robby, un po’ pastore tedesco un po’ belga, che ha dissepolto il faccino del dodicenne Maurizio («Fidarsi ciecamente di lui, del cane - ripete Andrea Benozzo direttore di una scuola per unità cinofile - anche quando sembra sbagliare, quando sembra non degno di fede»). Ecco Igor, Labrador nero, onorato servizio alla Croce Rossa, bravissimo nella pet-terapy in un ospedale pediatrico, ma anche nella ricerca: dicono gli autori «gli è sempre andata bene, due ne ha cercati, due vivi ne ha trovati». C’è anche un episodio ambientato nelle Alpi Liguri, nel Cuneese, dove i protagonisti sono due amici iscritti alla sezione del Cai di Bolzaneto e un cane senza nome che li segue nell’impresa alpina.
    Il libretto agile, divertente e commovente, è corredato da fotografie che lo sono a loro volta: la mitica Ulla in azione nella neve nel lontano 1974, Paco con i suoi padroni redivivi grazie a lui, lo sbarco sul nevaio calato da una corda che ciondola da un elicottero per un pastore tedesco pronto per la ricerca di persone sepolte. Il samaritano che imparò a volare.


  • La Provincia

    LE MONTAGNE DI CARTA, EMOZIONI DA SCALARE
    pagina a cura di Giorgio Spreafico

    C’era una volta Ernesto, taglia small, nero di pelo, bastardino e instancabile, stupefacente nelle sue salite e discese a perdifiato in Grigna. E poi c’era una volta Falco, il segugio capace di seguire piste impossibili, un “carabiniere” del nucleo speciale di Casatenovo. E poi c’era una volta Lio, lui e tutta la dynasty a quattro zampe di casa a Bormio dove l’addestramento è un’arte. E poi altri, tanti altri. Tutti cani di montagna, protagonisti di storie memorabili, soprattutto (ma non solo) storie di soccorsi. Per loro, «Samaritani con la coda» come li definisce efficacemente il titolo, Laura Guardini e Roberto Serafin hanno voluto scrivere un libro. L’editore è Priuli & Verlucca e le pagine sono 156. Una galleria di incontri che confermano come tra i più fedeli amici dell’uomo e la montagna possa instaurarsi un feeling speciale, a volte provvidenziale.


  • Molossi

    IL MIO MOLOSSO TI SALVERÀ LA VITA

    Storie di montagna, storie di viandanti e di samaritani con la coda. La salvezza, lungo i pendii candidi delle alte cime alpine, è passata spesso, e passa tuttora, dai grossi cani di salvataggio. Massicci molossoidi pronti a combattere contro le intemperie di alta quota, Golden Retriever infaticabili al servizio dell’uomo ma anche meticci generosi e mai domi di fronte alla forza della natura. Raccogliere in un bel libro le storie di questi eroi a quattro zampe poteva rivelarsi un’impresa tutt’altro che facile ma affrontare la scrittura di un’opera che mettesse in risalto la forza e lo spirito di abnegazione dei grossi cani non si sarebbe rivelato uno spreco di energie e di tempo. E così, in effetti, è stato: il libro firmato da Laura Guardini e Roberto Serafin è un bellissimo concentrato di virtù canine che si fa forza prendendo spunto da una lunga serie di storie reali, di storie di vita avventurosa. Sembrano riprendere vita, così, le vicende del giorno d’oggi degli animali del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino che si intrecciano a quelle delle unità cinofile della Guardia di Finanza ma anche alle storie dei cani di montagna entrati nella leggenda: Barry, il capostipite di tutti i San Bernardo con ben 40 viandanti salvati tra i ghiacci, o Tschingel, cagnetta che nell’Ottocento accompagnava il reverendo Coolidge in cordata. Un bel volume ricco di fascino e di avventura, di lotte per la sopravvivenza e di eroi.


  • Argos

    QUANDO LA SALVEZZA CAMMINA A QUATTRO ZAMPE

    La montagna come allontanamento dallo stress cittadino, come sfida verso sé stessi, come ascesa verso luoghi incontaminati e orizzonti da esplorare ma anche ambiente dominato da una natura selvaggia, insidiosa e, spesso, letale. Così, per cercare aiuto in un contesto difficile e talvolta estremo, l’uomo si è affidato al servizio di grandi cani da soccorso. I “samaritani con la coda”, parafrasando il titolo di quest’opera firmata da Laura Guardini e Roberto Serafin, sono cani valorosi, spesso eroici, accomunati da un senso del dovere e del servizio davvero unici. Storie vere, di quotidiana abnegazione, raccolte in un bel volume ricco di fascino e di avventura.
    Le vicende del giorno d’oggi degli animali del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino si intrecciano a quelle delle unità cinofile della Guardia di Finanza ma anche alle storie dei cani di montagna entrati nella leggenda: Barry, il capostipite di tutti i San Bernardo con ben 40 viandanti salvati tra i ghiacci, o Tschingel, cagnetta che nell’Ottocento accompagnava il reverendo Coolidge in cordata. Perché l’avventura, al di là di fantasiosi film d’azione, è racchiusa proprio dentro a storie vere, belle e affascinanti come queste d’alta quota.




In poco tempo Paco diventa un divo: va sulle prime pagine dei giornali e anche in televisione. Vogliono portarlo in aereo, farlo viaggiare in gabbia dentro la stiva…

È l’epilogo di una delle tante storie vere di cani di montagna raccolte in questo libro. Fieri pastori tedeschi perfettamente addestrati per intervenire «in valanga», servizievoli border collie, implacabili golden retriever, ma anche infaticabili meticci che ogni estate danno il meglio di sé per rintracciare incauti cercatori di funghi o vecchietti testardi che si avventurano per i boschi, salvo poi perdersi e volatilizzarsi nel cuore della notte.
Non tutti i «samaritani con la coda» descritti in queste pagine sono forniti di pedigree avendo seguito i corsi per unità cinofile del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico o della Guardia di Finanza. Qualcuno, come Paco, diventa samaritano sul campo per strappare alla morte bianca, all’insaputa di tutti, l’uomo e la donna ai quali ha dedicato la vita. A corollario della galleria dedicata ai «samaritani» Paco, Fedor, Bullet, Lio, Ulla, Peter, Robby e altri, alcune storie rivelano come tra l’amico dell’uomo e la montagna possa stabilirsi in qualche caso, emergenze a parte, una sorta di tacita intesa.
Raccontano di meticci che affrontano di propria iniziativa difficoltà in grado di scoraggiare qualsiasi normale escursionista, e di cani di montagna entrati nella leggenda. Come Tschingel, la cagnetta che nell’Ottocento era l’immancabile compagna di cordata del reverendo inglese William August Coolidge, o il bizzarro Congedo che seguiva come un’ombra i congedanti della Scuola militare alpina di Aosta evitando di proposito le reclute. O infine l’invincibile Barry, capostipite di tutti i San Bernardo, vittima della sua generosità dopo avere strappato alla montagna quaranta viandanti.


Indice

Premessa
Una passeggiata al guinzaglio

Mister X. Il cane alpinista di Viozene
Hakuna Matata. Un pomeriggio di un giorno da cani
Axel. Il cane con la macchina da presa
Azzor. La «Ferrari» del soccorso amava il parapendio
Barry. Salvò 40 persone, la 41° gli fu fatale
Brinnò. L’alpinista in pelliccia di «padre soccorso»
Fedor. Il cane parlante dell’intrepido «Gnaro»
Bullet. All’Aprica nasce il cane del futuro
Congedo. Divideva con gli alpini fatiche e rancio
Ethel. Un’indimenticabile boxerina
Ernesto. Le Grigne a quattro zampe
Falco. Vita in divisa tra ricerche e ordine pubblico

Album

Gost. E il samaritano impara a volare
Lio e gli altri. Un’invidiabile dynasty di Bormio
Paco. Il bergamasco che salvò i padroni
Peter. Dieci e lode in calcolo olfattivo
Robby. Una zampata, e il ragazzo riemerge. Vivo
Tschingel. Vita e imprese di un’irresistibile cagnetta
Ulla. L’aspirante suicida era nascosto nel fienile
Zacho. Sepolta da quarantatré ore, salva!

Decalogo per evitare incidenti con i cani

Libri consultati
 
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