Riccardo Moncalvo. Piemonte 1930-1970
A cura di Giuseppe Garimoldi
Cartonato, formato cm 21,5x28, 128 pagine, con 100 fotografie in bianco e nero e a colori secondo originale anche a piena e doppia pagina
ISBN 978-88-8068-760-3
Disponibile in libreria
Recensioni
- La Repubblica
La luce del Piemonte nei clic di Moncalvo - La Stampa
Eredità in bianco e nero del Piemonte che cambiaFotografie. Riccardo Moncalvo ha lasciato immagini in bianco e nero «capaci di trattenere la storia e celebrare l’aristocrazia della terra e del lavoro». Un’opera tanto essenziale quanto efficace: in 126 pagine il Piemonte che passa dall’agricoltura all’industria. A volte con sofferenza. Belle le pagine di ricordo del figlio Enrico: «Appunti su mio padre, fotografo». Scrive: «La luce. Era pronto a cogliere l’urgenza immediata di uno scatto istantaneo come la bellezza labile di un cielo». E Giuseppe Garimoldi: «Occorre guardare in alto per seguire la geometria dei vigneti, per vedere i filari che si arroccano sui dossi delle Langhe, del Monferrato». Moncalvo ha saputo guardare in alto. - Torino Sette
Piemonte 1930-1970, di Riccardo Moncalvo
Estratti
Le immagini di Moncalvo raccontano, in cento scatti in bianco e nero e a colori, quarant’anni di un Piemonte che sta lentamente passando dall’agricoltura all’industria,
dai campi e dai pascoli cari a Nino Costa, ad una modernità in divenire. Le sue riprese si soffermano con la stessa emozione sul mondo che declina e su quello che si affaccia all’orizzonte ed è nell’interpretazione di questa transizione che Moncalvo rivela la sua maestria. Le sue immagini esaltano la qualità più autentica della fotografia, quella di « trattenere » la storia e celebrano l’aristocrazia della terra e del lavoro.
dai campi e dai pascoli cari a Nino Costa, ad una modernità in divenire. Le sue riprese si soffermano con la stessa emozione sul mondo che declina e su quello che si affaccia all’orizzonte ed è nell’interpretazione di questa transizione che Moncalvo rivela la sua maestria. Le sue immagini esaltano la qualità più autentica della fotografia, quella di « trattenere » la storia e celebrano l’aristocrazia della terra e del lavoro.