Le Alpi per noi ...e noi per loro?
Brossura editoriale con sovracoperta rigida plastificata, 96 pagine, formato cm 21x29,7 con 370 immagini a colori
Quaderno numero 80
Recensioni
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Città e montagne un destino comune
Luigi Dematteis è il direttore della collana dei «Quaderni di cultura alpina» di Priuli & Verlucca. Ha attraversato le Alpi in inverno con Walter Bonatti, ha scritto tredici quaderni sull’architettura alpina, vive in Val Varaita. Si occupa di Alpi da sempre, o almeno da quando, nel 1975, impressionò favorevolmente il pubblico degli appassionati e degli specialisti con quell’Alpinia che, a tutt’oggi, resta la sua opera più completa, anche perché uscì in tempi in cui le Alpi erano tutt’altro che di moda e ci si rifaceva ancora a testi di vecchia concezione geografica, legati a retoriche e stereotipi del passato. Alpinia ebbe il merito di fornire una fotografia aggiornata della catena, spaziando a Nord e a Sud, a Ovest e a Est, e tratteggiando i problemi che si delineavano in presenza di una civiltà in via di dissoluzione e di un territorio in rapida trasformazione.
Oggi le Alpi sono definitivamente cambiate e Dematteis torna con un libro più di foto che di testi, efficaci immagini e lunghe didascalie, che riprendono alcune tematiche precedenti (le Alpi archiviate, cioè la storia; le Alpi pascolate e coltivate, cioè l’agricoltura; le Alpi abitate, cioè l’antropizzazione) le incrocia con problematiche «nuove» e imbarazzanti: le Alpi lottizzate, le Alpi sfruttate, le Alpi vendute, le Alpi arrabbiate, le Alpi riconciliate. Non ha il tono del moralista né la rabbia dell’ambientalista, ma mette il dito in tutte le piaghe: «Il cosiddetto benessere raggiunse anche le Alpi, sebbene molto in ritardo e, purtroppo, non a seguito di un processo spontaneo, bensì quale risultato della colonizzazione urbana. Arrivò anche il denaro, ma per espropriare i montanari delle terre e delle case dei loro avi e, cosa ancor più grave, della facoltà di decidere sulle proprie risorse di amministrarle. Come non bastasse, questa perversa spirale coinvolse solo qualche località privilegiata, creando disparità intollerabili: in una valle modernità, ricchezza e sperpero, in quella a fianco un decoroso tramonto contadino. Risultato: un incremento demografico da una parte contro un esodo dalle percentuali altissime dall’altra».
Oggi che anche i movimenti protezionisti di impronta tipicamente urbana, e gli orientamenti politici internazionali come la Convenzione delle Alpi, concordano sul processo partecipativo delle popolazioni locali alpine, le idee di Dematteis appaiono illuminate e in un certo senso anche profetiche, perché elaborate in tempi in cui la città aveva sempre l’ultima parola.
C’è però una complessità di cui bisogna tener conto e che rende tutte le decisioni più difficili: l’economia urbana e l’economia montana sono ormai indissolubilmente unite da un destino comune, che rende anacronistica e sterile la contrapposizione tra città e montagna. In tempi di globalizzazione anche il «locale» alpino ha assunto un valore completamente diverso: la montagna non è più «l’altro» mondo, il rifugio, la fuga dalla metropoli, ma un modo diverso, forse più virtuoso, certamente più sostenibile, di coniugare la stessa realtà. (Enrico Camanni) - La Stampa
«Le alpi per noi… e noi per loro?» è il titolo del Quaderno di cultura alpina, edito da Priuli & Verlucca e realizzato dal direttore della collana Luigi Dematteis. Il volume presenta un’ampia carrellata di immagini e di commenti sulle Alpi, esaminate in tutta la loro estensione.
Partendo dai più vistosi mutamenti avvenuti a memoria d’uomo, l’autore focalizza i contrasti verificatisi nell’ultimo secolo, ad opera sia dei residenti che del settore turistico.
Così le costruzioni del Breuil (considerate dall’autore sproporzionate e incombenti sul Cervino) e la diga di cemento di Place-Moulin a Valpelline sono due dei molti esempi citati per sollecitare una riflessione sulla regione alpina, sulla necessità di salvarla da un ulteriore e indiscriminato sfruttamento.
Da 50 anni – commenta l’autore – mi batto per la conservazione della cultura alpina e dei suo valori materiali». - Meridiani Montagne
L’ottantesimo titolo dei Quaderni di cultura alpina sintetizza in un quadro storico, geografico, economico e sociale l’impatto che hanno avuto e che continuano ad avere le Alpi sull’uomo. È giusto intervenire sul paessaggio fino al limite della violenza come è avvenuto al Tonale o al Sestrière. Facciamo bene a sfruttare le montagne o sarebbe meglio auspicare un futuro volto al recupero delle risorse naturali come il fieno irriguo, il restauro di case e rifugi? Un percorso logico che apre interrogativi e fornisce possibili suggerimenti, stimolando il giudizio e l’identità ecologica del lettore. - La Rivista del Club Alpino Italiano
L’ottantesimo libro della Collana «Quaderni di cultura alpina» riassume con dovizia di fotografie quasi tutti gli argomenti trattati nelle precedenti ricerche, cercando di sintetizzare in un quadro storico-geografico-economico-sociale l’impatto che hanno avuto e che hanno le Alpi sull’uomo. L’autore, Luigi Dematteis, conosce la vita montanara da prima della seconda guerra mondiale e ne ha vissuto le trasformazioni, denunciando in molte occasioni la mancanza di una politica intesa ad evitare l’abbandono e lo scempio. Il suo ultimo libro, il cui titolo è abbastanza provocatorio, lascia il lettore di valutare quanto dalle Alpi abbiamo ricevuto e come ci siamo comportati, proponendo alcune riflessioni. Facciamo bene a sfruttarne le risorse in modo intensivo utilizzando i potenti mezzi a nostra disposizione? È lecito violentare il paesaggio trasformandolo radicalmente come a Sestrières, al Breuil o al Tonale? Non sarebbe meglio incentivare il ritorno degli apicoltori, specialmente di quelli dediti all’utilizzo di risorse in molti posti dimenticate o trascurate, quali la tenuta del bosco, il corretto uso del pascolo, il ricupero del prato irriguo falciabile, il miglioramento qualitativo del fieno, il restauro e la manutenzione di case e ricoveri?
Già con Alpinia, altra sua opera fondamentale, l’autore aveva voluto presentare le Alpi in tutta la loro estensione nello spazio, nel tempo e nei riguardi dei loro abitanti. Adesso, dopo trent’anni, il nuovo libro incontra fortunatamente un miglior «livello di informazione generale ed una maggiore sensibilità ecologica, tali da stimolare comparazione e giudizio. In grado perciò di superare il livello della pura emotività per raggiungere quello della presa di coscienza e di un maturo coinvolgimento». Ecco il perché del concentrato: dare una traccia su vari temi, ma poi lasciare libero il lettore nella propria valutazione. L’autore pensa che, se approfondimento deve esserci, sia compito individuale, ciascuno nel proprio settore. Con questo, indirettamente, si rivolge anche ai politici e agli amministratori, ricordando quanto sia necessario cambiare certe scelte e impegnarsi non solo parole.
Nei 14 capitoli il soggetto sono sempre le Alpi, di volta in volta seguite da un participio che indica l’argomento, come ad esempio «le Alpi consacrate» o «le Alpi studiate». Anche soltanto dalla lettura dell’indice si indovina il percorso logico presentato dall’autore, che, dopo aver parlato di montagne vendute, quindi arrabbiate, vorrebbe vederle riconciliate e ne suggerisce alcuni spunti. - La Vallée
Un «quaderno di cultura alpina» firmato da Luigi Dematteis per i tipi di Priuli & Verlucca
AOSTA – Tra circa un mese a Torino si apre la Fiera del libro e le case editrici sono ormai pronte per l’appuntamento che dà il via alla nuova stagione libraria. La Priuli & Verlucca di Pavone Canavese manda il prossimo 10 aprile in libreria la prima novità di stagione. Si tratta di un «Quaderno di cultura alpina», il numero 80, ed è firmato dal direttore della collana, Luigi Dematteis. Il titolo attira alla lettura: «Le Alpi per noi… e noi per loro?».L’uomo moderno, sin da quando vinse la paura della montagna, iniziò a chiedersi a cosa questa potesse servirgli, ma già moltissimo tempo prima la montagna era abitata ed anche attraversata da esseri umani. Il limite temporale che Dematteis si è dato per il suo libro è il più ampio possibile: va dall’uomo di Similaun a Reihnold Messner. Lo stesso può dirsi per quello spaziale che abbraccia tutte le Alpi.
Per sintetizzare efficacemente una materia tanto vasta l’autore si è dato un metodo affatto originale: ha definito una serie di rapporti fra l’uomo e le Alpi, li ha ordinati secondo un asse cronologico e li ha analizzati con brevi testi e moltissime fotografie con relative didascalie. Il risultato è un libro con 370 immagini che non sono di corredo al testo ma sono il testo.
Il viaggio di Dematteis parte dal rapporto montagna-storia («Le Alpi archiviate»), attraversa quello con la pastorizia e l’agricoltura («Le Alpi pascolate» e «Le Alpi coltivate»), per raggiungere al rapporto montagna architettura («Le Alpi abitate») e a montagna possesso. Curioso ed efficace il titolo di questo capitolo – «Le Alpi lottizzate» – dove non si allude ai moderni condominii ed alle comproprietà, ma alla divisione in feudi nata in ambito medioevale. E le Alpi lottizzate portano in loro il germe del capitolo successivo, dedicato alla guerra. «Le Alpi fortificate».
Il viaggio giunge poi all’800, l’epoca del «grand tour» in cui le Alpi furono prima scalate e studiate, poi sfruttate per l’estrazione di minerali e, dopo la seconda guerra mondiale, vendute a scopi turistici. E anche la vendita contiene in sé il germe del successivo capitolo – «Le Alpi arrabbiate» – che dà conto delle catastrofi, alluvioni, valanghe, frane, considerate tragiche fatalità ma delle quali spesso l’uomo è il fattore scatenante. L’ultimo capitolo – «Le Alpi riconciliate» – rappresenta l’obiettivo stesso del libro e del viaggio che Dematteis compie, comprendere la necessità e l’urgenza di salvaguardare la regione alpina in modo che questa possa continuare a darci quelle ricchezze che uno sviluppo sostenibile mantiene.
Estratti
Un’ampia carrellata di immagini e di commenti sulle Alpi, esaminate in tutta la loro estensione nel tempo e nello spazio. Partendo dai più vistosi mutamenti avvenuti a memoria d’uomo, l’autore focalizza i contrasti verificatisi nell’ultimo secolo, sia nel vivere e nell’abitare dei residenti, sia nell’approccio turistico degli ospiti, sempre più numerosi ed esigenti. Ciascuno ne trarrà le proprie conclusioni, ma tutti converranno sulla necessità e sull’urgenza di salvare la Regione Alpina da un ulteriore indiscriminato sfruttamento. Soltanto così questa insostituibile oasi europea potrà continuare ad elargirci i suoi doni, destinati a divenire sempre più preziosi. Da qui il titolo Le Alpi per noi: cosa ci hanno dato e cosa continuano a darci. Ma come contraccambiamo: e noi per loro?
INDICE
Le Alpi archiviate
Le Alpi pasturate
Le Alpi coltivate
Le Alpi abitate
Le Alpi consacrate
Le Alpi lottizzate
Le Alpi fortificate
Le Alpi studiate
Le Alpi scalate
Le Alpi sfruttate
Le Alpi attraversate
Le Alpi vendute
Le Alpi arrabbiate
Le Alpi riconciliate
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