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Recensioni

  • Il Nostro Tempo
    La valle del miracolo

  • Libri Ribelli
    La valle del miracolo
    Priuli & Verlucca editori, pago 176 euro 16,50. L’autore si conferma il più attento e coinvolgente interprete dell’universo culturale vigezzino ed ossolano. Come il friulano Corona, testimone e protagonista di un robusto movimento di ‘resistenza montanara’ di coraggiosi controcorrenti che non scrivono per sentito dire ma fissano sul foglio la realtà che vivono direttamente giorno dopo giorno. ueste pagine sul miracolo di Re, sulla religiosità popolare valligiana, sull’ accorrere di fedeli da ogni dove ricostruiscono gli avvenimenti seguiti all’apparizione del 1494 che trasfornlarono una valle isolata, povera e marginale in un centro di devozione e di fede.
  • Corriere di Novara
    Valle Vigezzo, la"voce" del miracolo. Una storia che arriva ai giorni nostri

    l 29 aprile 1494 un tal Giovanni da Londrago, detto “Zuccone”, in un moto d’ira per aver perso al gioco, scagliò la sua “pio della” (scaglia di tetto o sasso di fiume) contro l’affresco della Madonna col Bambino sulla facciata del minuscolo oratorio dedicato a san Maurizio Martire nel piccolo borgo di Re: dalla fronte della Madonna sgorga sangue e tale effusione miracolosa si protrae fino al 18 maggio. Partendo da questo “stupendo portento”, di cui esistono “autorevoli testimonianze , tra CUI. una (1494) firmata dal podestà della Valle Vigezzo Daniele Crespi e quattro notai, l’altra (1500) dal successivo podestà, Angelo Romano, Benito Mazzi ne “La Valle del miracolo” (Priuli & Verlucca, 175 pagine, 16,50 euro) traccia un’ affascinante e vivacissima storia che giunge fino ai giorni nostri, rettore dell’imponente basilica padre Uccelli. È un’altra occasione, per Mazzi, di restituire voce ai personaggi della Valle, della “sua” Valle e “di ripercorrere il calvario di una valle senza risorse, dal suolo arido, costretta da sempre all’ emigrazione. E il suo tormentato cammino di fede attraverso i secoli”. Il volume uscì nel 1994 per i cinquecento anni dello straordinario avvenimento e Mazzi ora lo propone con alcune pagine introduttive, fra cronaca e memoria, e un’ aggiornata bibliografia, non senza qualche (passeggera?) nota malinconica per le “ferite” che questi ultimi tempi hanno inferto alla Madonna del Sangue. “Pareva che tutta la terra tremasse” riferiscono le testimonianze di coloro che, vedendo il sangue, hanno fermato quel preciso momento con parole di spavento e di meraviglia. Presto si succedono “molti ed infiniti miraculi accaduti a li devoti”, come recita la “Memoria patente” del podestà Romano, convertitosi alla vista dell’immagine miracolosa - a centinaia sono conservati, nel santuario-basilica, gli ex-voto dei fedeli per la Madonna panacea a tutti i mali. Assecondando una naturale disposizione affabulatoria, Benito Mazzi riesce a calibrare, con mano felice, i diversi piani della storia, dove compaiono, come in perenne agguato nei boschi, figure picaresche accanto alla successione di governanti: Sforza, Visconti, Borromeo, gli Spagnoli, gli Austriaci, Carlo Alberto di Sardegna, Napoleone ... , scene di devozione e assalti di briganti, indemoniate e il vescovo Carlo Bascapè, devoto al miracolo di Re tanto da recarsi in visita due volte (e la cronaca di un suo viaggio, fra gli orridi della Valle, è un’irresistibile “stampa”). Non manca qualche fremito di eresia per il passaggio di Calvino o, nell’Ottocento, figure libertarie come Andrea Testore, massone di stampo volteriano. Sovrana regna la miseria quotidiana, aggravata dalle ricorrenti epidemie (su tutte, la peste del 1513), cercando rimedio nelle forzate emigrazioni ove l’ingegno dei vigezzini riesce ad emergere. Agli innumerevoli protagonisti, spesso tolti dall’ ombra dell’anonimato, ciascuno a suo modo memorabile, Mazzi presta il proprio talento stilistico, in una cavalcata lungo i secoli che incanta il lettore. Il suo sguardo accompagna con umanissima comprensione fatti e misfatti della Valle, tra il riso e il compianto, congedandosi con qualche tristezza dalle “litanie di una volta”, dalle appassionate processioni, e guarda al futuro confortato dall’immutato paesaggio: il Gridone, l’Acqua, il Gabbio, il Mundò: e di fronte a questi spettatori-testimoni, la storia continua ... Ercole Pelizzone

  • La Valsusa
    Un libro da leggere. La Valle del miracolo

    Nell’aprile del 1494, Re, borgo piemontese di quattro anime sperduto tra le montagne della Valle Vigezzo, ai confini dell’Ossola, fu sconvolto da un evento miracoloso: una dolcissima Madonna col Bambino al seno, affrescata sulla facciata del minuscolo oratorio dedicato a san Maurizio, colpita in fronte dalla sassata di un giovane in preda all’ira, grondò sangue per venti giorni. Contemporaneamente si verificarono in paese e nei dintorni numerosi altri eventi soprannaturali. Il sangue fu in parte recuperato ed è tuttora conservato in un reliquiario alle spalle del settecentesco altare che incornicia l’affresco miracoloso, intorno al quale è stato eretto un bel santuario trasformatosi col tempo in una grandiosa basilica. Il miracolo di Re non solo tolse dall’isolamento quello sperduto agglomerato di case contadine, ma diede un volto nuovo all’intera Valle Vigezzo, che divenne la «valle del miracolo », delle meraviglie, dell’incanto, dei pellegrinaggi, acquisendo visibilità e proseliti in tutto il mondo. La Madonna di Re è stata nei secoli la panacea a tutti i mali. L’autore Benito Mazzi ricostruisce in queste pagine gli avvenimenti dagli ultimi decenni dal XV secolo ai giorni nostri, seguendo con simpatia e partecipazione le vicende degli umili, che qui non sono anonimi e ai quali non sono mai mancati i segni di aiuto e di protezione della Vergine. Il libro, edito da Priuli & Verlucca, costa 16,50 euro, ed è di 176 pagine. Consigliato agli amanti della buona lettura, che amano le storie del nostro Piemonte.

  • alpinia.net

    leggi qui la recensione originale su alpinia.net

     Nell’aprile del 1494, Re, borgo piemontese di quattro anime sperduto tra le montagne della Valle Vigezzo, ai confini dell’Ossola, fu sconvolto da un evento miracoloso: una dolcissima Madonna col Bambino al seno, affrescata sulla facciata del minuscolo oratorio dedicato a san Maurizio, colpita in fronte dalla sassata di un giovane in preda all’ira, grondò sangue per venti giorni.Contemporaneamente si verificarono in paese e nei dintorni numerosi altri eventi soprannaturali.
    Il sangue fu in parte recuperato ed è tuttora conservato in un reliquiario alle spalle del settecentesco altare che incornicia l’affresco miracoloso, intorno al quale è stato eretto un bel santuario trasformatosi col tempo in una grandiosa basilica.

    Il miracolo di Re non solo tolse dall’isolamento quello sperduto agglomerato di case contadine, ma diede un volto nuovo all’intera Valle Vigezzo, che divenne la « valle del miracolo », delle meraviglie, dell’incanto, dei pellegrinaggi, acquisendo visibilità e proseliti in tutto il mondo.

    La Madonna di Re è stata nei secoli la panacea a tutti i mali.

    L’autore, ricostruisce in queste pagine gli avvenimenti dagli ultimi decenni dal XV secolo ai giorni nostri, seguendo con simpatia e partecipazione le vicende degli umili, che qui non sono anonimi e ai quali non sono mai mancati i segni di aiuto e di protezione della Vergine.


  • La Repubblica
    La Madonna dipinta e i miracoli di Re

    La Rina dal malcaduco, la posseduta di Olgia, l’ eretico dalle zampe di capra, un vescovo sui precipizi... Sono i titoli curiosi di alcuni capitoli del libro che Benito Mazzi dedica al borgo vigezzino di Re, toccato nel 1494 dal sanguinamento miracoloso di un’immagine della Madonnae divenuto famoso trasformando la Val Vigezzo nella “valle del miracolo”. Storie di persone umili, di pestilenze e brigantaggio, di scorrerie militari e di voti di speranza, nel segno di una religiosità popolare raccontata con delicatezza e simpatia.

  • La Stampa
    Ilmiracolo del sangue sgorgato da un affresco

    La Vigezzo è ancora oggi conosciuta come «la valle del miracolo». Il miracolo iniziò dal sasso lanciato da un balordo controp un affresco della Madonna con il bambino al seno, di fronte all’oratorio di Re. Era il 1494. Dalla fronte della Madonna per venti giorni sgorgò del sangue, che fu anche raccolto (e alcune gocce ancora oggi conservate in una teca). Miracolo che chiamò miracoli ed eventi straordinari in diverse località della valle. Leggende, tante. E ualche fatto vero con uomini e donne, umili e dimenticati ai quali Benito Mazzi ha ridato volto, nome e dignità raccontando le loro gesta. Nobili o meno che siano state: ma tutte legate lealmente alla grande e genuina fede per la dolcissima madonna del miracolo.

  • Eco Risveglio
    Premio letterario. Le finalità di «Salviamo la montagna» e “La valle dei miracoli»


 
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