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L’Alpe 18

L’Alpe 18

«Mari» delle Alpi

Brossura editoriale, formato cm 23x30
pagine 120
ISBN 978AQQ999983
Disponibile presso l'editore

 

Estratti



Acqua e roccia I laghi prealpini esprimono pienamente il senso dell’opposizione tra «mare» e monte, perché accomunano acqua e roccia, orizzontale e verticale, blu di «terra» e blu di cielo in spazi ristretti. Pur assomigliando a piccoli mari, balneabili e navigabili, fanno parte a tutti gli effetti dell’universo alpino, a nord e a sud della catena.
 
Editoriale

Alla fine aveva ragione Manzoni: «Monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente…». È questa la prima caratteristica dei grandi laghi prealpini e della gente che li abita: la dipendenza dalla roccia e non dall’acqua, il radicamento ai pendii e non alle coste. Anche il mito delle palafitte, come nota Francesco Fedele, è in buona parte da buttare via, perché «non è vero che nei laghi delle Alpi e delle Prealpi l’abitazione avesse luogo sull’acqua. Così come non è vero che i “palafitticoli” o lacustres fossero una civiltà a sé. Il miracolo delle palafitte si riduce al fatto che acqua e torba hanno conservato i pali e il legno, mentre i villaggi su terra sono scomparsi». Eppure i laghi prealpini offrono realtà tipiche delle terre d’acqua, per esempio la vicenda secolare della navigazione lacustre, la storia dei pesci e dei pescatori di lago, la biodiversità sotto il pelo dell’acqua. Il fatto è che, barche a parte, pesci e pescatori sono presenze quasi «clandestine», come rileva Massimo Pirovano: «I pescatori di mestiere che ancora lavorano sui laghi possono essere definiti, forse con un po’ di enfasi, uomini invisibili. Essi conducono infatti un’esistenza appartata, pescando lontano dai luoghi più frequentati, in un ambiente che solo loro conoscono in tutti i suoi diversi aspetti: fondali, correnti, venti, pesci con i loro ritmi biologici e le loro abitudini, vegetali e animali che interferiscono con la vita dei pesci. Buona parte del loro lavoro si svolge al tramonto, quando vanno a posare le reti, o di notte fino all’alba quando le ritirano e tornano a terra per lavorare il pescato...». Infine i laghi sono terra di gente, autoctona e non. Alcune delle città più densamente abitate sorgono sui laghi (Lecco o Lugano, per esempio), alcune coste sono costruite fino all’ultimo centimetro, ville e alberghi segnano le villeggiature. Perché intorno ai laghi schiacciati dalle montagne lo spazio è avaro, e l’acqua, sulle carte geografiche, è solo un’isola blu.

Enrico Camanni

 

SOMMARIO

Realtà e mito delle palafitte
Non è vero che nei laghi delle Alpi e delle Prealpi l’abitazione avesse luogo sull’acqua. Così come non è vero che i «palafitticoli» o lacustres fossero una civiltà a sé.
di Francesco Fedele

Spazi di lago nel Medioevo
Nel basso Medioevo i laghi prealpini hanno costituito un cruciale elemento di interconnessione fra le valli alpine, le città pedemontane e la pianura.
di Massimo Della Misericordia

Garda. «Il più meridionale scenario a nord di Napoli»
Solo alla fine dell’800 il Garda è pronto «a rivaleggiare con le più affollate stazioni del Lago Maggiore e di quello di Como».
di Emanuela Renzetti

Navigare le Alpi
I solchi delle Alpi sono stati navigati fin dall’epoca preistorica, sfruttando quelle acque che consentivano gli spostamenti con il maggior vantaggio e il minor sforzo.
di Marco Bonino

La pesca di mestiere sui laghi lombardi
Buona parte del loro lavoro si svolge al tramonto o di notte fino all’alba. Per questo si possono definire «uomini invisibili».
di Massimo Pirovano

Vivere in acqua dolce
Distese azzurre fra quinte verdi di monti e giardini, i grandi laghi prealpini sono vasti bacini naturali che ospitano un’eccezionale biodiversità di vertebrati: i pesci.
di Ettore Grimaldi

Benaco. Il mare nelle Alpi
Il Garda è il lago più richiesto dai villeggianti. Ma esistono due laghi: il «mare» di Desenzano e Sirmione e il fiordo alpino di Riva del Garda. Due laghi, due mondi.
di Enrico Camanni

Lario. L’ingrata memoria della terra del ferro
L’assenza di un confine tra le montagne e i centri abitativi, lo sviluppo urbanistico esasperato, sono alcuni dei caratteri della sponda lecchese del Lago di Como.
di Alberto Benini

Il sottomarino tascabile del Lago di Lugano
I traffici di contrabbando lacustre alla frontiera tra Italia e Svizzera sono sempre stati all’ordine del giorno. Ma nel febbraio 1948…
di Adriano Bazzocco

Le undici isole del Verbano
Né mare né montagna, ma innanzi tutto lago, il Maggiore deve la fortuna al fascino delle isole e delle cittadine costiere.
di Luigi Gaido

Le due acque del Lago Lemano
«Prendiamo il battello, superiamo i dodici chilometri d’acqua dolce che ci separano dalle acque non meno dolci della Francia. Sbarchiamo a Évian …».
di étienne Barilier

 
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