Ipotesi sulle radici preindoeuropee dei toponimi alpini
Brossura editoriale con sovracoperta rigida plastificata, 208 pagine, formato cm 21x29,7
Quaderno numero 34-35
Per millenni i cacciatori nomadi non lasciarono quasi traccia del loro passaggio. I nomi con cui designavano montagne e fiumi erano effimeri come le orme dei loro passi. Ma ad un certo punto l’uomo restrinse il suo vagabondare ad un territorio sempre più definito ed in esso si sedentarizzò via via. Cominciò allora a battezzare le cose che vedeva, e come le vedeva, con le parole della sua lingua: senza rendersene conto aveva creato i primi toponimi. Di generazione in generazione la tradizione orale fece il resto e quei nomi, pur non scritti, durarono millenni. Si succedettero le etnìe, ma i popolo nuovi arrivati non fecero che ripetere quanto sentito in loco, sovente traducendolo o interpretandolo con termini della propria lingua. I nomi, o meglio le radici originali di tali nomi, si conservarono meglio in montagna, dove ambiente e tradizioni rimasero a lungo incontaminati, e formano oggi un patrimonio inestimabile di informazioni storiche e linguistiche. Ma occorre essere in grado di decifrare questo tesoro, per conoscerlo, proteggerlo e tramandarlo.
È quanto ci stimola a fare questo libro, compilato con la fantasia e l’entusiasmo di un dilettante etimologo, che riesce a presentarci una materia, di per sé abbastanza ostica, sotto le apparenze di un romanzo storico, abbinandola al fascino di un viaggio esotico tra gli antichi popoli, antenati della civiltà europea. Parrà strano, ma la scelta delle fotografie è di grande aiuto nell’interpretare il significato dei relativi toponimi; soltanto un profondo conoscitore della geologia e della morfologia alpina poteva restituir loro il proprio arcano linguaggio in modo così convincente.
INDICE
Qualche definizione
Invito al viaggio tra parole e storia
Le fasi del popolamento in Europa
Limiti e metodi della ricerca
Origine dei nomi ed evoluzione del linguaggio
Vocaboli, abbreviazioni e sigle
PRIMA PARTE:
le più profonde radici mediterranee
SECONDA PARTE: apporti uralo-altaici?
Ricevere per trasmettere
Bibliografia