Il culto delle Madonne Nere
Brossura editoriale con sovraccoperta rigida plastificata a colori, 92 pagine, formato 21x29,7 cm
Quaderno numero 88
Disponibile in libreria
Recensioni
- tarantularubra.it
la recensione sul sito tarantularubra.it
“[…] L'enumerazione delle convinzioni e delle pratiche rituali presso la illitterata classe contadina francese, condannate come scorie di una civiltà pagana tramontata, iniziata con i concili plenari di Arles (314 e 452), e impinguatasi nei successivi (di Agde, 506; di Vannes, 468; di Tours, 567; ecc), rivela come fino al 1697 (concilio di Thiers), siano rimaste quelle stesse che sant'Eligio vescovo di Nyon aveva già bollato nel VII secolo in una omelia adversus paganos rivolta alle comunità frisone e belga.
Ancora, in certe nostre regioni di antica cultura agricola, vegetano su più sottili rami credenze e riti longevi quali, per citarne alcuni, la raccolta di particolari erbe rugiadose all'alba del 24 giugno (giorni di san Giovanni); l'accensione di falò il 23 (vigilia di san Giovanni) e il 24 marzo (vigilia della Madonna Annunziata); l'attenzione a talune fontane credute erogatrici di acque con potenzialità medicinali o a certi massimi accentratori di forze rigeneratrici; i cortei processuali con tutta la loro esteriorità; le luminarie e le sacre rappresentazioni ecc, nonostante l'astutamente flessibile conversione cristiana di celebrazioni e di significati.
È il caso delle Madonne nere fin troppo cariche di significati. La percezione che la pietà popolare ha di queste, è molto più vicina al concetto primario dell'icona che hanno i monaci basiliani della Chiesa d'oriente (icona, non semplice immagine didascalica ma punto speciale di comunicazione con il regno celeste; luogo vivo della presenza divina, dunque) che non a quello 'moderno' (seppure risalga al XVI secolo) delineato dal concilio di Trento, favorevole alle immagini con finalità didascaliche ma cauto verso quelle turibolate 'portatrici di una qualche potenza o divinità'. Da qui la relegazione di queste Madonne in luoghi in tempo isolati (quasi dei nessundove atopici) e l'occhio sempre sospettoso su certe leggende e pratiche di culto scabrose, maturate attorno a questo nero seppia come una pece sovversiva. [...]”“[...] Il culto delle immagini mariane inizia timidamente nel III secolo, ma già nel secondo è possibile incontrarlo nei cicli storici o cristologici come femminismo sacro. Diverrà universale dopo il concilio di Efeso convocato da Teodosio (431) e la condanna del nestorianesimo che sosteneva la doppia personalità di Gesù: divina e umana, non fuse in una conseguentemente Maria madre di Gesù, ma non madre di Dio.
Il più antico e prezioso esempio è offerto da un affresco d'epoca antoniniana nel cimitero sotterraneo di Priscilla (dove san Pietro avrebbe predicato) in cui Maria viene rappresentata con il profeta Balaam (o Isaia). Una pittura catacombale della metà del IV secolo nel Coemeterium maius-Roma, mostra la Madonna col Bambino. Al principio del VII secolo apparirà in ricche vesti orientali (Firenze, mosaico in Santa Maria) [...]”Questi brani sono tratti dal libro
Il culto delle Madonne nere– Le prime Madri perdute
Piercarlo Jorio, Priuli & Verlucca editori - alpinia.net
La recensione sul sito alpinia.net
Alcuni famosi santuari sono nati e si sono sviluppati attorno ad una immagine di Madonna nera.
Una sorta di mistero ha velato, fin dal Medioevo, l’identità di queste Vergini, superne e al tempo stesso camaleontiche. Appena un fedele si trova di fronte ad esse, percepisce la radice profondamente segreta della loro figura e si scontra inevitabilmente con enigmi da decifrare.
Sono un volto mai veramente capito o una maschera (mistero in piena luce per iniziati)? Come penetrare oltre la ragnatela degli scritti e della diversità cromatica? Queste pagine sviluppano un contrappunto di ipotesi, non dedicate agli specialisti, ma piuttosto da intendersi come una chiacchierata fra amici smagati e curiosi, senza pretese ermeneutiche.
Sono i parametri per una perlustrazione nel vero «cuore nero» della religiosità popolare; portano in luce imprevisti percorsi che si volgono alle prime Grandi Madri; costituiscono l’«introibo» a un argomento da affrontare con precauzione. - La Vallée
Un libro sul culto delle Madonne nere
AOSTA - Alcuni famosi santuari sono nati e si sono sviluppati attorno ad una immagine di Madonna nera. Una sorta di mistero ha velato, fi n dal Medioevo, l’identità di queste Vergini. Appena un fedele si trova di fronte ad esse, percepisce la radice profondamente segreta della loro fi gura e si scontra inevitabilmente con enigmi da decifrare. Di questo si occupa il nuovo libro edito da Priuli e Verlucca, «Il culto delle Madonne nere - Le prime Madri perdute», autore Piercarlo Jorio (92 pagine; 17,50 euro). Piercarlo Jorio, torinese, maturità classica e laurea in Architettura, pittore e industrial designer professionista, scultore di legni e pietre è da sempre studioso di uomini e di cose della montagna. Nel 1980 è uscita la sua prima opera In principio era la pietra. Matrici preistoriche della cultura pastorale alpina (Eda, Torino). Ha collaborato con il Museo Nazionale della Montagna alla realizzazione della mostra «Sui sentieri della religiosità» (Torino, 1985). Già presidente del Comitato Scientifi co del Museo delle Genti delle Valli di Lanzo, ne ha scritto la guida etnologica. Ha pubblicato numerosi titoli e ha vinto: ex aequo il Premio “Costantino Pavan” (1986); il Premio “Gambrinus- Mazzotti” (1987). Segnalato al Premio speciale di Letteratura Alpina Itas (1989) insieme al fotografo Giorgio Burzio. Suoi articoli di etnologia alpina sono comparsi bimestralmente dal 1977 sulla rivista Piemonte: realtà e problemi della regione. - La Stampa
Il «cuore nero» della religiosità
Sono concentrate in Piemonte come in alcune regioni della Francia, ma se ne trovano a centinaia in tutto il mondo, da Cuba alla Russia. Sono le Madonne nere. Piercarlo Jorio propone riflessioni storiche e percorsi, dialoga con i lettori alla ricerca della profondidà del messaggio di queste statue, del «cuore nero» della religiosità popolare
Estratti
Sono un volto mai veramente capito o una maschera (mistero in piena luce per iniziati)? Come penetrare oltre la ragnatela degli scritti e della diversità cromatica? Queste pagine sviluppano un contrappunto di ipotesi, non dedicate agli specialisti, ma piuttosto da intendersi come una chiacchierata fra amici smagati e curiosi, senza pretese ermeneutiche.
Sono i parametri per una perlustrazione nel vero «cuore nero» della religiosità popolare; portano in luce imprevisti percorsi che si volgono alle prime Grandi Madri; costituiscono l’«introibo» a un argomento da affrontare con precauzione.
Appunti essenziali
Per me e per il lettore…
Nostra Signora del Charmaix
Una curiosa Madonna nera con specchio
Riflessioni iniziali
Le compresenze vive nei secoli
Storie vere o inventate dal vero
Come diceva Lalla Romano, solo ciò che è raccontato vive.
Il grembo di Maria ricevette il seme dell’Altissimo
«Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra».
RAFFIGURAZIONI DELLA MADONNA DEL LATTE
Le Vergini Nere in Francia
PRINCIPALI SANTUARI MARIANI CON MADONNE NERE
Di nera in nera lungo i sentieri della religiosità
Iconografia di sant’Anna
Madonne nere e santuari
Andirivieni di storie parallele.
Santuario di Nostra Signora di Bonaria
Una storia che parte dai 3538 metri del Rocciamelone
per diventare miracolo a quota 1226
…come fondale, montagne.
Il racconto giurato di Piero Garino del «forno» di Groscavallo sull’apparizione della Madonna.
La «vulgata» miracolistica
Prima apparizione
Primo fatto strano
Seconda apparizione (la scena chiave).
Secondo fatto strano
Terza apparizione
Quasi un consuntivo
La mia personale lettura
Bibliografia non inserita nel testo