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Giochi di terra del Piemonte contadino

Giochi di terra del Piemonte contadino

A cura di Donato Bosca
Cartonato con sovracoperta plastificata a colori, formato cm 17,5x25, pp 200, con inserto fotografico in b/n
ISBN 978-88-8068-264-6
Disponibile in libreria

 

Recensioni

  • La Stampa

    Per la fortunata colla «Quaderni di civiltà e di cultura piemontese» la Priuli & Verlucca propone una preziosa ricerca curata da Donato Bosca. «Il gioco fa parte della vita. Nel Piemonte contadino alcuni giochi sono sopravvissuti a tutte le influenze culturali: celtica, romana, medievale, feudale, giacobino, monarchica, fascista e repubblicana».
    Donato Bosca ha messo insieme il lavoro di più ricercatori. I contributi sono di Enrica Tomatis che ha studiato i giochi tradizionali infantili nelle Langhe; di Roberta Orecchia che ha esteso la ricerca all’età adulta, di Loredana Dova che ha analizzato il rapporto gioco-letteratura. Ne è nato un mosaico affascinante che ha per sfondo le Langhe della Malora, del Mondo dei vinti, dove il gioco era considerato peccato grave, «passione bassa».


Estratti



Il gioco fa parte della vita ed è tra le manifestazioni dell'attività fisica e mentale dell'uomo la più congeniale alla sua natura e la più universale nel tempo e nello spazio. Lo troviamo tanto nei vari stadi della vita quanto nelle diverse fasi del corso della Storia, tanto nelle civiltà mediterranee quanto in tutte quelle degli altri continenti.
Nel Piemonte contadino alcuni giochi sono sopravvissuti a tutte le influenze culturali: celtica, romana, medievale, feudale, giacobina, monarchica, fascista e repubblicana.
Donato Bosca, attraverso i contributi di Enrica Tomatis che ha studiato i giochi tradizionali infantili nelle Langhe, di Roberta Orecchia che ha esteso la ricerca all'età adulta, di Loredana Dova che ha focalizzato l'attenzione sul rapporto gotico-letteratura, e la collaborazione della giornalista Josè Pellegrini, cerca in questo libro una spiegazione convincente. Lo fa partendo dalle sue terre, le Langhe della Malora e del Mondo dei vinti dove il gusto per il gioco, in particolare per il gioco d'azzardo, è rimasto profondamente radicato. Dedicando il libro alla figura del padre dominato da quella che i preti denunciavano come "passione bassa del gioco", l'autore spiega come la consapevolezza della fatica spesa su quelle terre da generazioni intere abbia spinto i contadini come suo padre alla scommessa, alla sfida, all'astuzia. Componenti indispensabili per tentare la dea bendata, racimolare denaro e provare a vincere la malasorte. Rivive in queste pagine un mondo che sa di leggenda, dove la mancanza cronica di denaro per acquistare il superfluo obbligava la gente a far nascere giochi e giocattoli dall'ingegno e dalla destrezza manuale.

INDICE

INTRODUZIONE

Parte I
PREFAZIONE
RADICI STORICHE DEL GIOCO
SVAGHI, BALLI E GIOCHI IN TERRA PIEMONTESE
IL GIOCO NELLE TESI DI LAUREA E NELLE RICERCHE SCOLASTICHE
TESTIMONIANZE
IL GIOCO NEI RACCONTI DI BEPPE FENOGLIO E CESARE PAVESE (di Loredana Dova)

BIBLIOGRAFIA PARTE I

ALBUM FOTOGRAFICO

Parte II
IL GIOCO COME COMPONENTE CULTURALE
I GIOCHI TRADIZIONALI INFANTILI NELLE LANGHE (di Enrica Tomatis)
I giochi nei giorni di festa
I giochi costruiti dagli adulti per i bambini
Giochi "fai da te"
Giochi di abilità e "di interesse"
Giochi di gruppo non numeroso
Giochi di gruppo numeroso
Giochi con le filastrocche

GIOCHI TRADIZIONALI DELL'ETÀ ADULTA NELLE LANGHE (di Roberto Orecchia)
Giochi di carte
Giochi con le monete
Giochi di strategia
Giochi di abilità fisica
Il pallone elastico
Giochi di destrezza
I birilli

BIBLIOGRAFIA PARTE II
 
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