FOTOGRAFIA COME ANTROPOLOGIA
Pionieri in Valle d'Aosta tra Ottocento e Novecento
Quaderno numero 97
Recensioni
- Giovane Montagna
Fotografia come antropologia - IL NORD EST
Fotografia come antropologia - Alpini.net
Fotografia come antropologia - LaStampaAo
Dai pionieri fotografi
Estratti
Se i primi fotografi raccolsero involontariamente materiale d’interesse etnografico, adoperando lo strumento fotografico per documentare diverse situazioni locali (come vita quotidiana, persone, moti risorgimentali, delinquenza e prostituzione), i primi antropologi si avvalsero invece consapevolmente del nuovo mezzo, che iniziò a diventare un corredo indispensabile nel bagaglio di coloro che, soprattutto nell’ultimo ventennio del XIX secolo, si recavano « sul campo » in missioni di studio.
Anche in una realtà isolata come la Valle d’Aosta, la fotografia fece il suo ingresso a fine Ottocento e fu subito adottata da alpinisti, studiosi o semplici curiosi, come fedele e immediato mezzo di riproduzione del reale. Ogni autore ci appare oggi come un organismo autonomo – venuto a contatto a volte casualmente con questo strumento – e testimone del proprio tempo in modo sempre personale e differente, per formazione, cultura e sensibilità. Ciascuno di loro, quindi, ci fornisce un prezioso documento: sovente scaturito da un uso amatoriale o commerciale dell’apparecchio, altre volte frutto di una più esplicita consapevolezza.
Oggi è l’Antropologia Visiva – disciplina solo recentemente sistematizzata e promossa – a teorizzare la fotografia come parte integrante di un processo di ricerca, senza trascurare il valore di un’indagine etnografica elaborata a partire da immagini del passato.