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Chalutzim. Pionieri in Eretz Israel

Chalutzim. Pionieri in Eretz Israel

Ebrei piemontesi: il contributo alla realizzazione dell’«Utopia» sionista. 1897-1948

Cartonato con sovraccoperta plastificata a colori, formato cm 17,5x25 pp 232 con inserto fotografico
ISBN 978-88-8068-321-6
Disponibile in libreria

 

Recensioni

  • Torino Sette
    Chalutzim. Pionieri in Eretz Israel,
    Tanto per intenderci, «chalutzim» significa pionieri e «Eretz Israel» vale «Terra Promessa ».Una ricognizione appassionata del mondo ebraico piemontese in cerca di radicamento nella «Terra Promessa ». Molte testimonianze raccolte dalla viva voce dei protagonisti di un'impresa che ha sognato di congiungere socialismo e ritorno alla terra dei padri, un po' come è successo a Elena Loewenthal di raccontare più narrativamente nel suo ultimo romanzo pubblicato da Einaudi, «Conta le stesse, se puoi». Storia, testimonianze, fotografie, bibliografia dei protagonisti di un pezzo di Piemonte nei kibbutz di Netzer Sereni e di Ghivat Brenner o in altri luoghi come Ashqelon, Gerusalemme, Jaffa.
  • La Stampa
    I pionieri ebrei verso Gerusalemme
    Chalutzim significa pionieri. A loro, agli ebrei piemontesi che tra il 1897 e il 1948 si trasferirono in quella «Eretz Israel», la «terra promessa» è dedicato il volume di Marco Cavallarin e Marco Mensa. Sono 230 pagine di documenti, ricerche, testimonianze, fotografie che ripercorrono un’epoca. «L’anno prossimoa Gerusalemme è l’espressione che da sempre accompagna la diaspora degli ebrei. Per dare concretezza a quella speranza, alla fine dell’Ottocento nasceva il sionismo, utopia di una nuova società egualitaria e cosmopolita, in cui gli ebrei potessero riconoscersi. Molti ebrei piemontesi decisero di intraprendere la nuova strada perché l’anno dell’andata a Gerusalemme non fosse più il prossimo ma quello attuale». Così dall’ultima di copertina del volume che narra degli Anni Venti e Trenta, dei Kibbutz nella «terra promessa». Alcuni di quegli anziani piemontesi vivono ancora, in Israele.

Estratti



L’anno prossimo a Gerusalemme è l’espressione che da sempre accompagna la diaspora degli ebrei. Per dare concretezza a quella speranza, alla fine dell’Ottocento nasceva il sionismo, Utopia di una Società egualitaria e cosmopolita, in cui gli ebrei potessero riconoscersi. Molti ebrei piemontesi decisero di intraprendere la nuova strada perché l’anno dell’andata a Gerusalemme non fosse più il prossimo, ma quello attuale.
Negli anni Venti e Trenta, ancora prima delle leggi razziali fasciste, già si era affermata tra di loro l’esigenza di partecipare alle strutture sociali paritarie e democratiche dei kibbutz che si formavano in Eretz Israel, la «terra promessa». Così essi parteciparono alla costruzione dello Stato di Israele, che avrebbe visto la luce nel 1948. Il governo mandatario inglese della Palestina sembrava aver aperto loro le porte, richiuse però quando cominciavano ad arrivare i profughi dai campi di concentramento.
Alcuni di quei Chalutzim (pionieri) vivono ancora, depositari di un patrimonio storico e umano, poco noto e spesso frainteso, che andava raccolto. Gli autori hanno cercato di farlo con gli strumenti dell’indagine storica e della fotografia, offrendo ai lettori anche un contributo all’interpretazione di un presente le cui premesse oggi non sono sempre riconoscibili.
Il volume consta di tre parti: una storica di Marco Cavallarin, una fotografica di Marco Mensa, una terza di interviste sul campo. La riproduzione di materiali d’archivio e di album di famiglia completa l’opera. Le foto di Marco Mensa interpretano il passato attraverso le sue trasformazioni in Piemonte e in Israele.
«Chalutzim» è anche il titolo della mostra presentata per la prima volta il 3 settembre al Museo Ebraico di Casale Monferrato, e successivamente a San Giorgio Scarampi, in occasione della Giornata Europea della Memoria 2006.
 
Indice
 
Prologo
Glossario
Introduzione
Antefatti: ebrei e insediamenti ebraici in Piemonte
Verso l’emancipazione e lo Statuto Albertino
Partecipazione degli ebrei piemontesi al Risorgimento e alla costruzione dell’unità d’Italia
Vita comunitaria ebraica tra kasherut e assimilazione in Piemonte
Il contesto sionistico europeo
Sionismo e antisionismo in Piemonte
Prime migrazioni piemontesi in Eretz Israel
Vita quotidiana nei primi decenni del Novecento
Il «jargon»
Ebrei piemontesi e vita socio-politica
Le leggi razziali e le persecuzioni
Il sionismo piemontese. L’idea della sintesi
L’adesione al fascismo
L’antifascismo degli ebrei piemontesi
Antisemitismo
Oneg Shabbat, sionismo, e Giustizia e Libertà
Le haksharah
Le alyah piemontesi
Le nuove alyah
La Resistenza
In Eretz Israel. Il kibbutz
Nella Palestina mandataria
Gli ebrei d’Italia in Eretz Israel ai loro fratelli
Oggi in Israele

Nota alla lettura delle foto, di Elisa Mereghetti e foto di Marco Mensa
LE INTERVISTE
Yoel De Malach. Kibbutz Revivim
Sara Sacerdoti Castelbolognesi. Ashqelon
Gady Castelbolognesi. Kibbutz Netzer Sereni
Anna Colombo. Gerusalemme
Dino Ravà. Kibbutz Ghivat Brenner
Dina Castelbolognesi. Ashqelon
Lidia Castelbolognesi Eshed. Kfar Saba
Silvana Treves Perl. Ramat Gan
Moshe Ito Artom e Silvia Malvano. Kibbutz Netzer Sereni
Beppe Artom e Clara Usigli. Kibbutz Yavne
Berti Eckert. Kibbutz Yavne
Yacov Viterbo. Kibbutz Ghivat Brenner
Reuven Vitale. Ramat Aviv

Bibliografia
Filmografia
Discografia

Fonti del repertorio fotografico
 
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