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Armus-ciand

Armus-ciand

Frugando nell’ambito Piemonte fra parole, fatti, cose, personaggi veri e non

Brossura editoriale con sovraccoperta rigida plastificata, 108 pagine, formato cm 21x29,7

Quaderno numero 38

ISBN 978-88-8068-306-3
Disponibile in libreria

 

Recensioni

  • La Stampa
    Parlare Piemontese non è razzismo
    «Parlare in piemontese non è razzismo. Parlare in piemontese significa esaltare tutte le razze che lo hanno formato». Così Luciano Gibelli nel «Quaderno di cultura alpina» che la Priuli& Verlucca ha titolato «Armusciand », ovvero «frugando» dove aggiunge «nell’ambito Piemonte fra parole, fatti, cose, personaggi veri e non». E’ un volume imbottito di curiosità, sull’origine di tanti termini, sugli oggetti che un tempo erano di uso quotidiano. Il tutto con l’attenzione a dimostrare come il piemontese - che appartiene al gruppo degli idiomi Gallo-ispanici - sia il frutto conclusivo di una mescolanza di lingue, e quindi di popoli. E il termine «terrone»: «Terra da pipe» oppure uno di «Tarhuna», comune libico dove ci fu una battaglia nel 1916.


Il rapporto con i giovani evidenzia in modo particolare la diversità del linguaggio che separa le generazioni, e proprio da questa realtà che è motivo di interrogativi da parte loro, di voglia di conoscere, nascono queste pagine che desiderano ribaltare il concetto ormai penetrante in molti – giovani e non più giovani – che l’esprimersi in lingua piemontese racchiude in sé l’essenza del passato più remoto e inimmaginabile, il retaggio acquisito in millenni con il fondersi degli idiomi di tutte le razze. Parlare in piemontese non è razzismo. Parlare in piemontese significa esaltare tutte le razze che lo hanno formato.


Indice
Tanto per chiarire
Quale piemontese?
Le lontane radici
Qualche passo a ritroso
Lingue neolatine
Piemontese
Cantilena di Santa Eulalia
Formula battesimale del sec. viii
Lingua romanza dell’842
Lingua romanza del sec. x
Passion du crist
Vie de Saint Léger
Poema di Boezio
Preghiera alla Vergine
Le razor de Trobar
Les omilies d’Organyà
Lingua d’Oc
Franco-Provenzale
Provenza
Quant vei la lauzeta mover
Semones subalpini
Resa di Pancalieri
Versi di Carlo Emanuele i
Historia de la guerra del Monferat
L’arpa discordata
Parlare e scrivere piemontese
Terroni in polentonia
Stereoscopio
Stereogramma
Piemontese bogianen
Lovat e rat
Parèj d’un bërgé
Santi Bàrbra e Simon
Fé balé la Béssola
Calze commestibili
Batsoà
Mangiare a ufa
Saligno e mijasse
Il pane archetipo dei Celti
Spartineve
Bagna-càuda
Bagnacauda preparata
Americano
Torototela
La gatta ladra
Maria Gioana
Solini
Polsini
Gemelli
Scalfo
Brache cateratta
Culotte spaccate
Tartì
Cadregon forà
Bidé
Bagnomaria
Marchëtte
Bue piemontese
Lingua-langa-lingue-langhe
Damigiana
Tòta
Tiré ‘l ròch
Blëssa dl’aso
Sensale di matrimoni
Velocipede
Storia della bicicletta
Fanale del velocifero
Sëmné la porà
A occhio e croce
A menadito
Giandoja
Lucio dla venerìa
Prostesi
Frugare nel passato
Falsi-cortesi
Drolarìa
Berroviere
Rosa dei venti
Naja
Mach pì sent
Baron llitron
La bela gigogin
Dal fiume cernaia
Trincapalle
Scala meleta
Scala potaiola
Prugne susine
Nasar
Cercar oro in evador
Cuoio e corregge
Calié e ciavatin
Cenerentola
Néh!
Cavej dël pento
Ardenti
Amor non è polenta
Ftatellanze del vin brulé
Toponimi sconvolti
Cé Celti
Conquista del Monte Bianco
Blincìn
Cristoforo Colombo
Capire un’acca
Nome di Piemonte
Commiato
Post scriptum
Primo sindacalismo italiano
 
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