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1968-2008 Dall'arte pastorale all'artigianato artistico

1968-2008 Dall'arte pastorale all'artigianato artistico

Formato cm 21,5x28, brossura editoriale con sovraccoperta rigida plastificata a colori, 160 pagine con 166 illustrazioni a colori

ISBN 978-88-8068-425-1
Versione italo-francese
Disponibile in libreria

 

Recensioni

  • Torino Sette
    1968-2008 Dall'arte pastorale all'artigianato artistico
    Quarant’anni di artigianato valdostano in una scelta di opere tratte da collezioni private. Il meglio di una consuetudine che risale di fatto alla prima Fiera d’Estate (aggiuntasi alla tradizionale Fiera invernale di Sant’Orso), durante la quale - ispirandosi ai «residui tangibili» dell’arte pastorale - gli artigiani del legno hanno via via presentato opere anche artisticamente notevoli. Da Corrado Abram a Luciano Vuillermoz, 68 artigiani e artigiani-artisti (o anche artisti- artigiani) per 13 collezionisti delle opere esposte. Un catalogo suggestivo di grolle, ciotole, conocchie, tabacchiere, presepi, altarini portatili, figure, mestieri.

  • La Stampa (edizione di Aosta)
    Contadini e santi nell'arte
    Al binomio artigianato e collezionismo è dedicata la mostra «1968-2008. Dall’arte pastorale all’artigianato artistico. Quarant’anni di artigianato valdostano in una scelta di opere tratte da collezioni private » che si inaugura domani, alle 18, nella ex chiesa di San Lorenzo ad Aosta ed apre il calendario espositivo 2009 dell’assessorato regionale Istruzione e Cultura. «Dedicare una mostra al collezionismo dei manufatti di artigianato valdostano di tradizione – sottolinea l’assessore Laurent Viérin - significa continuare un processo di valorizzazione, tutela e conservazione, ma anche internazionalizzazione di un patrimonio d’arte, che merita di essere tramandato alle generazioni future». La rassegna, curata dall’editore eporediese Gherardo Priuli, presenta al pubblico 170 pezzi fra bassorilievi e sculture a tutto tondo, in noce o in pietra ollare, prodotti dagli artigiani locali e prestati da 20 collezionisti privati, 18 valdostani e 2 piemontesi. I personaggi del mondo rurale alpino la fanno da padrone fra i soggetti, ma accanto alle figure dei contadini al lavoro figurano anche i santi della devozione popolare, i «tatà », gli oggetti di uso quotidiano e gli attrezzi agricoli. «L’idea di una mostra sull’artigianato – spiega Gherardo Priuli – è nata parlandone proprio coi collezionisti, ossia con coloro che acquistano gli oggetti, un mondo di cui anche io faccio parte. Abbiamo esaminato gli ultimi quaranta anni della produzione artigianale valdostana partendo dal 1968, anno in cui si è svolta la prima fiera estiva di Sant’Orso, che ha portato nuovo pubblico al settore. I pezzi in mostra rappresentano bene l’evoluzione dell’artigianato nel tempo che da arte pastorale è andato via via delineandosi con un taglio sempre più artistico. Credo che l’esposizione sia una testimonianza in più, dopo l’apertura del Museo dell’artigianato valdostano di tradizione di Fénis, della vitalità e dell’importanza del settore». Fra gli artisti presenti in mostra ci sono Lucio Duc, Aldo Patrocle, Hans Savoie, François Cerise, Carlo Jans, Dorino Ouvrier, Giovanni Thoux, Carlo Gadin, Guglielmo Pramotton, Siro Viérin, solo per citare i più noti. Le opere sono presentate per tipologia perché lo spazio a disposizione non consentiva di presentarle cronologicamente, mentre nel catalogo esse sono suddivise in tre distinti periodi che rendono conto del progressivo avvicinamento verso forme e oggetti d’arte. «Le opere dei nostri artigiani - prosegue l’assessore Viérin - divengono testimonianza di un ricco insieme di competenze tecniche, di un linguaggio espressivo, di un fare creativo culturalmente inserito nel nostro tempo. Nelle loro creazioni trapela l’interpretazione del passato e la visione del presente, il racconto di momenti vissuti e immaginati frutto di una spiccata sensibilità personale». La mostra «1968-2008. Dall’arte pastorale all’artigianato artistico. Quarant’anni di artigianato valdostano in una scelta di opere tratte da collezioni private» sarà visitabile fino al 12 luglio, dal martedì alla domenica, dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18,30 (lunedì chiuso) con ingresso gratuito. Il catalogo, edito da Priuli e Verlucca, con testi di Giuseppe Saglio e Annibale Salsa è in vendita al prezzo di 20 euro. Per ulteriori informazioni: 0165/238127.

  • www.marketpress.info
    1968-2008 Dall'arte pastorale all'artigianato artistico
  • La Stampa
    L'arte di dar anima e voce a semplici pezzi di legno
  • Il Risveglio
    L'artigianato valdostano in esposizione
  • La Stampa
    Il ’68 dell’artigianato raccontato in un libro
    Quarant’anni di artigianato valdostano, raccontati attraverso opere tratte da collezioni private nel libro «1968-2008. Dall’arte pastorale all’artigianato artistico», edizioni Priuli & Verlucca. Ma perché proprio 1968? «E’ la data della prima Foire d’Eté che, aggiungendosi all’invernale Fiera di Sant’Orso, ha allargato il pubblico di estimatori dell’artigianato valdostano di tradizione, richiamando e coinvolgendo i turisti estivi - spiega Gherardo Priuli, curatore dell’opera in collaborazione con il Museo dell’artigianato valdostano di tradizione di Fénis -. Nel mondo della montagna, gli anni tra il 1968 e la fine degli Anni 70 hanno rappresentato una svolta epocale. Si evidenzia ancora una forte influenza della cosiddetta “arte pastorale”, con alcune anticipazioni del decennio successivo». Così, accanto ad artigiani talvolta anonimi, emergono i nomi dei primi artigiani-artisti che s’imporranno all’attenzione di collezionisti e del vasto pubblico. Resistono i manufatti della cultura materiale, con decorazioni collegabili al simbolismo della cultura alpina, pur perdendo progressivamente i significati. Sono anni cruciali perché i mobili, le sculture, i bassorilievi cominciano a prendere il posto dei manufatti d’uso quotidiano. Dal volume emerge, però, che il trionfo dell’artigianato di tradizione valdostano avviene tra gli Anni 80 e la prima metà degli Anni 90. «Centinaia di intagliatori invadono i banchi delle fiere; l’intaglio si fa decorazione con esercizi calligrafici che puntano più all’estetica che al simbolismo – continua Priuli -. Nella scultura, autori vecchi e nuovi impongono le loro opere a un mercato sempre più attento e numericamente importante. Il collezionismo si sviluppa attorno agli artigiani-artisti più significativi, permettendo ad alcuni di dedicarsi professionalmente alla scultura». Nella seconda metà degli Anni 90 e nei primi anni Duemila, il panorama artistico valdostano muta ancora una volta. «A fronte di pochi artigiani che persistono a produrre nell’arte pastorale, gli scultori si trasformano in artisti, modelli di imitazione per neofiti che, grazie ai numerosi corsi, aumentano progressivamente – conclude Priuli -. Ma la vera sorpresa è costituita dal gruppo di artigiani che, per cultura e abilità, sviluppa un movimento di ricerca e di riappropriazione degli antichi manufatti, restituendo al collezionismo opere che rivalutano vecchi significati culturali e simbolici». Il libro custodisce le opere di ottanta artisti, intercalate da commenti di esperti tecnici del settore.

  • alpinia.net

    Qui la recensione sul sito alpinia.net

    Questo è il catalogo dell'interessante mostra in corso tra il 21 marzo e il 12 luglio 2009 Chiesa di San Lorenzo, Via Sant'Orso, Aosta Orario: martedì - domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30, lunedì chiuso.

    Dall’arte pastorale all’artigianato artistico: quarant’anni di artigianato valdostano in una scelta di opere tratte da collezioni private; la rassegna, realizzata nella suggestiva sede della Chiesa di San Lorenzo ad Aosta dall’Assessorato istruzione e cultura e curata dall’editore Gherardo Priuli, intende sottolineare l’importanza e l’interesse della produzione artigianale in questa regione negli ultimi decenni.

    Come sottolinea l’Assessore Laurent Viérin « Dedicare una mostra al collezionismo dei manufatti di artigianato valdostano di tradizione degli ultimi quarant’anni significa continuare un processo di valorizzazione, tutela e conservazione ma anche internazionalizzazione di un patrimonio d’arte, che merita di essere tramandato alle generazioni future » .

    Si tratta di una corposa panoramica che offre uno sguardo sul ruolo del collezionismo, al quale fa riferimento il progetto espositivo. Bassorilievi e sculture a tutto tondo in legno di noce o in pietra ollare, realizzati dagli artigiani valdostani, descrivono la vita e i personaggi del mondo rurale alpino.

    Le figure dei contadini al lavoro sono accostate ai santi della religiosità popolare, i “tatà” sono presenti accanto agli oggetti di uso quotidiano e agli attrezzi agricoli.

    Lucio Duc, Aldo Patrocle, Hans Savoie, François Cerise, Carlo Jans, Dorino Ouvrier, Giovanni Thoux, Carlo Gadin, Guglielmo Pramotton, Siro Viérin, sono alcuni degli autori in mostra.

    « Nella chiesa di San Lorenzo - prosegue l’Assessore - le opere dei nostri artigiani divengono testimonianza di un ricco insieme di competenze tecniche, di un linguaggio espressivo, di un fare creativo culturalmente inserito nel nostro tempo.

    Nelle loro creazioni, un’interpretazione del passato e la visione del presente, il racconto di momenti vissuti e immaginati frutto di una spiccata sensibilità personale » . L’iniziativa, che apre il calendario espositivo 2009 curato dall’Assessorato istruzione e cultura e che rimarrà a disposizione del pubblico fino al 12 luglio 2009, si avvale anche della consulenza scientifica del MAV, il nuovo Museo dell’Artigianato Valdostano di tradizione di Fénis.

    Questo catalogo bilingue italiano-francese, edito da Priuli e Verlucca con la consueta straordinaria qualità editoriale, ha testi di Giuseppe Saglio e Annibale Salsa.


Estratti



Quarant'anni di artigianato valdostano in una scelta di opere tratte da collezioni private

Il gusto del bello appartiene a tutti, è una prerogativa dell’essere umano. La possibilità di accostarsi al bello è dunque un diritto universale, «è nutrimento dell’anima», come affermava Platone. In questo risiede il valore di quarant’anni di artigianato valdostano attraverso una raccolta di collezioni private. L’uomo diventa artigiano partendo da una necessità: i manufatti rispondono sia alle esigenze materiali e lavorative, sia a quelle artistiche. L’artigiano crea un manufatto ricco di valore estetico, ma soprattutto intriso di un valore aggiunto, ossia quello culturale ed identitario.
La scelta presentata al pubblico è dunque frutto di un lungo lavoro che si propone di tracciare gli ultimi quarant’anni di raccolte di artigianato valdostano, il che rappresenta senz’altro un importante traguardo. Rare infatti sono le occasioni in cui il collezionismo «privato» diventa di diffusione «pubblica».

Sommario

Presentazione
Présentation
Laurent Viérin

Presentazione
Présentation
Rudi Marguerettaz

Introduzione
Introduction
Gherardo Priuli

Fiera di Sant’orso. Terreno per collezionisti di ieri e di oggi
Foire de Saint-Ours. Rendez-vous des collectionneurs d’hier et d’aujourd’hui
MAV. Museo dell’Artigianato Valdostano di Tradizione

Scavare un solco, lasciare una traccia, fare un segno
Tracer un sillon, laisser une trace, faire un signe
Giuseppe Saglio

Perché un mestolo non è più un mestolo
Pourquoi une louche n’est plus une louche
Annibale Salsa

Opere 1968-2008 Œuvres

 
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