117/Solitudine bianca
La mia lunga strada al Nanga Parbat
Recensioni
- 7 – Corriere della Sera
Solitudine bianca - Mountlive.com
https://www.mountlive.com/solitudine-bianca-reinhold-messner-e-il-nanga-parbat/ - L'altra medicina
Solitudine bianca - L'Alpino
Solitudine bianca - Trentino
Solitudine bianca - Alto Adige
Solitudine bianca - Il Piccolo
Solitudine bianca - Mountainblog
Solitudine bianca - Trentino
Solitudine Bianca - L'Adige
Solitudine bianca
Nanga Parbat è una parola sanscrita e significa «montagna nuda». I più grandi alpinisti hanno perso la vita sui poderosi ghiacciai e sugli speroni di roccia di questo Ottomila, il più temuto fra tutti. Nel 1970 per la prima volta Reinhold Messner si è trovato di fronte alla « montagna nuda ». Anche se alla fine ne ha realizzato la traversata, da tutti ritenuta impossibile, si è allontanato dal Nanga sconfitto: il fratello Gunther venne infatti travolto da una valanga durante la discesa e solo nella primavera del 2004 l’analisi del DNA di un osso ritrovato sulla montagna ha dimostrato che effettivamente il fratello ha perso la vita alla base della parete Diamir, dopo la traversata compiuta da entrambi, come Messner ha sempre affermato. Per questo nessun’altra montagna come il Nanga Parbat rappresenta per Reinhold Messner l’indissolubile legame fra dolore e destino. Vi ritorna spesso, per cercare il fratello e trovare risposte alle sue domande e nel 1978 realizza l’impresa più ardita di tutta la sua carriera alpinistica: la solitaria alla vetta. Solitudine bianca è il racconto personalissimo di Reinhold Messner sul Nanga Parbat, la montagna che lo ha reso ciò che è.