Maurizio Pallante
Maurizio Pallante, nato a Roma nel 1947, vive da qualche anno in una cascina tra i boschi e le colline del Monferrato astigiano, dove coltiva ortaggi per autoconsumo, legge per lo più libri di eretici del pensiero, scrive di tanto in tanto saggi per riviste a circolazione limitata, qualche libro (da Bollati Boringhieri: Le tecnologie di armonia, 1994; Scienza e ambiente. Un dialogo, con Tullio Regge, 1996; L’uso razionale dell’energia. Teoria e pratica del negawattora, con Mario Palazzetti, 1997; da Scheiwiller: I Tallone, 1989; dalle Edizioni del Leone di Venezia: Moesta et errabunda. Concerto per voce recitante e orchestra, 1986; L’estraneità, la ricerca e il tempo, con acquerelli di Gabriella Arduino, 1991). Recentemente ha pubblicato con Priuli & Verlucca, editori Un’idea di Roma, libro che gli è stato dettato dall’amore (ciò che è stata) – odio (ciò che è) per la città dove è nato, da una mai sopita nostalgia per averla lasciata poco più che adolescente e dal bisogno di compensare la carenza di Rinascimento che prova nella vita quotidiana, ma non avrebbe mai avuto il coraggio e l’incoscienza di scriverlo se non gli fosse stato chiesto da Gabriella Arduino come testo d’accompagnamento ai suoi quadri.